Autore: Gianluca Monachesi
Data di pubblicazione: 24 giugno 2024
Tutelare il proprio portafoglio in contesti geopolitici ed economici complessi
Se fino ad un paio di anni fa lo scoppio del conflitto in Ucraina, che ha scosso in profondità i cittadini europei - e anche i mercati – era visto come un problema unico e circoscritto, gli ultimi mesi hanno cambiato questa visione. La guerra tra Russia e Ucraina rappresenta solo un esempio delle crisi geopolitiche che stanno attraversando il mondo, da nord a sud. Senza dubbio il conflitto tra Israele e Palestina è al centro del dibattito pubblico, soprattutto visti i più recenti risvolti a Gaza, ma le relazioni sono spesso tese anche in Paesi dove la guerra non è ancora arrivata. A inizio giugno, il Consiglio di sicurezza nazionale sudcoreano ha deciso di sospendere, fino al ripristino di una fiducia reciproca, l’accordo militare con Pyongyang firmato nel 2018, che prevedeva la riduzione delle tensioni tra i due paesi. Contemporanemente, le relazioni tra Stati Uniti e Cina sono sempre più tese, con la zona di Taiwan che si sta surriscaldando.
Insomma, in molte direzioni nelle quali si rivolga il nostro sguardo, guerre e tensioni geopolitiche animano varie parti del mondo e un loro possibile inasprimento potrebbe rendere i mercati nervosi e gli investitori preoccupati. Ma alcuni comparti possono difendersi bene anche in periodi di guerre e crisi geopolitiche.
Geopolitica ed economia: due mondi più vicini che mai
É impossibile dividere il mondo in comparti stagni: non solo i paesi sono ormai profondamente interconnessi, fattore che è diventato ancora più chiaro con lo scoppio della pandemia, ma anche le economie sono fortemente interdipendenti l’una dall’altra. In quest’ottica, diventa chiaro che i conflitti e le crisi economiche impattano anche sulle spese dei paesi che non sono direttamente coinvolti. Gli Stati Uniti sono l’esempio più lampante: lo scoppio della guerra ucraina, ad esempio, ha causato un aumento a sopresa della spesa pubblica statunitense che, lo scorso anno, ha toccato i 6 miliardi di dollari.
Insomma, visto il panorama sempre più fratturato e teso che ci troviamo ad affrontare, è importante analizzare l’impatto che lo sviluppo di nuove tensioni ha sulla vita di tutti i giorni. È interessante analizzare da vicino come la geopolitica possa guidare il cambiamento, passando anche – e soprattutto – dal mercato.
Un nuovo territorio per gli investitori, come muoversi?
Ogni aspetto della vita è ormai intriso degli effetti geopolitici, anche di conflitti che sembrano molto lontani. Proprio per questo, gli investitori si trovano su un terreno che sembra sempre più scosceso e instabile. Come trovare un equilibrio e proteggere il proprio portafoglio in una situzione simile?
Anche in momenti di dubbi, è sempre possibile trovare un porto sicuro, basta saper cercare con attenzione e tenere gli occhi ben aperti. Da un lato, ad esempio, il fenomeno del friendshoring si muove in questa direzione: in una situazione incerta, dove i conflitti sembrano crescere invece che diminuire, gli stati preferiscono affidarsi a paesi che ritengono vicini a loro o per effettiva immediatezza geografica o per idee condivise, i cosiddetti paesi amici. Anche in questo caso, gli Stati Uniti rappresentano un ottimo esempio. Negli ultimi anni gli States stanno cercando di distaccarsi dalla Cina, formando invece partnership commerciali più strette con paesi europei, ma anche Corea del Sud, Taiwan e Messico, oltre a rafforzare il loro sistema interno di produzione.
Ma non solo friendshoring, le tensioni geopolitiche hanno un impatto diretto sulla spesa pubblica e, quando questa si alza, alcuni settori possono sfruttarne i benefici. Dal settore industriale a quello sanitario, passando anche per quello tecnologico. Ad esempio, guardando ai dati statunitensi, risulta che i titoli relativi a questi tre settori hanno mostrato una certa resistenza dopo lo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina, rendendo circa il 3,5% rispetto all’indice S&P 500, considerando anche che quest’ultimo è sceso di quasi il 5% nelle due settimane successive all’inizio del conflitto.
Quali conclusioni trarre da queste analisi? Nonostante le tensioni geopolitiche creino volatilità sul mercato in quanto raramente prevedibili, esistono titoli e interi settori che ne traggono beneficio, soprattutto quelli che dipendono dai modelli di spesa dei governi, generalmente rivisti al rialzo in periodi di tensione.
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