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Autore: Gianluca Monachesi

Data di pubblicazione: 04 marzo 2025

ANALISI DI MERCATO 4 MARZO 2025: NERVOSISMO, ROTAZIONI E VECCHIO CONTINENTE

News

Partiamo dai fatti: il VIX si aggira intorno a quota 23, segnalando che la tranquillità si è presa una pausa caffè. In parallelo, Bitcoin sta scivolando e, sebbene non sia un indicatore infallibile, spesso i movimenti delle crypto anticipano l’umore del mercato. E qui scatta il dubbio: è una banale “luna storta” o l’inizio di qualcosa di più serio?


Nel frattempo, le “magnifiche 7” dell’S&P 500 – che non hanno nulla da invidiare ai protagonisti di Hollywood, salvo forse il cappello da cowboy – hanno smesso di fare fuochi d’artificio. Il Nasdaq segue con un tono decisamente più dimesso. A complicare il quadro, il dollaro si indebolisce (nonostante i tassi americani elevati) e il rendimento del Treasury decennale è sceso al 4,15% dal quasi 5% di qualche settimana fa. Si respira aria di “fly to quality”, il classico rifugio degli investitori quando la parola chiave diventa “incertezza”.


Europa in auge e strategie a dividendo in bella mostra

Mentre dall’altra parte dell’Atlantico i giganti del tech tentennano, l’Europa fa la ruota come un pavone, staccando gli Stati Uniti con un differenziale positivo di oltre il 10% da inizio anno. In un contesto in cui molti cercano rendimenti più stabili, le strategie orientate al dividendo brillano grazie a un flusso di cassa regolare. Come dire: “Se la volatilità sale, almeno incassiamo qualcosa per rimanere sereni”. Inoltre, il settore bancario nel Vecchio Continente è sugli scudi: complici le prospettive di margini d’interesse migliori e bilanci in (relativo) ordine, gli istituti di credito potrebbero restare protagonisti ancora per un po’. Parallelamente, alcuni titoli legati alla Difesa hanno visto impennate improvvise, soprattutto a seguito delle tensioni geopolitiche e del teatrino andato in scena nella “stanza ovale”.


AI, Cina e la bolla immobiliare (che scotta)

Parlando di progetti a lungo termine, l’Intelligenza Artificiale resta il tema caldo. Sì, certo, ogni tanto c’è un’esplosione di entusiasmo seguita da piccole delusioni, ma la convinzione generale è che l’IA sarà uno dei pilastri dell’innovazione futura. La Cina, dal canto suo, spinge sull’AI come pochi altri Paesi. Se riuscirà a gestire la delicata bolla immobiliare, c’è da aspettarsi che Pechino srotolerà tutti i possibili tappeti rossi (compresi aiuti di Stato e un’eventuale espansione monetaria) per dare gas alla crescita tecnologica.


L’UE e le “scaramucce” sui dazi

Nel frattempo, dall’altra parte dell’Atlantico, qualche sparata sui dazi e un siparietto presidenziale rischiano di far innervosire Bruxelles. Ma l’Unione Europea, storicamente, ama compattarsi sotto pressione e rispondere in coro, un po’ come quegli amici che litigano per giorni, ma poi si alleano se qualcuno li sfida a calcetto. Se le minacce di dazi andranno oltre l’effetto-annuncio, potremmo vedere reazioni energiche, piani comuni, e (perché no) qualche misura di ritorsione. Il tutto con l’obiettivo di preservare l’integrazione economica, sostenere le filiere interne e ribadire che, davanti alle crisi, l’UE sa diventare (relativamente) granitica.


Spazio per i gestori attivi

Infine, la forte concentrazione degli indici azionari su poche mega-cap, soprattutto negli Stati Uniti, crea potenziali opportunità per i gestori attivi alla ricerca di titoli meno celebrati, ma con fondamentali solidi o valutazioni interessanti. In parole povere: se i fari finora hanno illuminato solo le solite 7 superstar, è possibile che qualcun altro in platea sia rimasto in ombra, pronto a salire sul palco (e magari incassare qualche applauso extra).


Conclusioni

In uno scenario che oscilla tra volatilità, possibili rotazioni settoriali e una buona dose di nervosismo, gli investitori guardano a strategie difensive (dividendi, banche, settori meno cari) senza perdere di vista i macro-trend che probabilmente influenzeranno i prossimi anni (AI, transizione tecnologica, e un eventuale sostegno statale in Paesi come la Cina). E, come da tradizione, l’Europa – quando punzecchiata – tende a compattarsi e a rispondere alle sfide esterne con rinnovata energia.

In definitiva, se questa fosse una serie TV, saremmo nel pieno di una stagione ricca di colpi di scena. Non ci resta che fare scorta di popcorn (o di Treasury a lunga scadenza, a seconda dei gusti) e goderci l’episodio successivo.

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