
Autore: Gianluca Monachesi
Data di pubblicazione: 03 giugno 2025
ITALIA: TANTO RISPARMIO, POCA CRESCITA PATRIMONIALE
Nel 2024 la propensione al risparmio delle famiglie italiane è salita al 9% del reddito disponibile, un dato molto positivo; tuttavia, dal 2010 a oggi la ricchezza media pro-capite è cresciuta appena di un quinto, davvero un valore molto basso.
Negli stessi anni, gli Stati Uniti hanno più che raddoppiato il patrimonio medio, la Germania lo ha portato a oltre il doppio, mentre Francia e Regno Unito hanno registrato aumenti nell’ordine del 40 per cento. La distanza, insomma, si è allargata.
Un capitale prudente, spesso immobile
Gli italiani continuano a privilegiare il conto corrente e l’investimento immobiliare. L’ampia liquidità è comprensibile in un Paese che ha vissuto crisi ricorrenti, ma il prezzo della prudenza è la rinuncia a gran parte dei rendimenti che i mercati hanno offerto altrove. Gran parte di questo divario dipende da un altro, meno evidente: il gap delle competenze.
Il fattore digitale-finanziario
Secondo il Rapporto Istat 2025 solo il 45,8 per cento degli adulti possiede competenze digitali di base, dieci punti sotto la media europea. Quando la vita finanziaria passa sempre più da piattaforme online — home banking evoluti, negoziazione di ETF, accesso ai dati di mercato — la carenza di alfabetizzazione digitale finisce per tradursi in un minore utilizzo di strumenti d’investimento efficienti e, di conseguenza, in rendimenti inferiori.
Il contributo di una guida professionale
Numerose ricerche di lungo periodo indicano che un rapporto strutturato con un consulente finanziario qualificato può aggiungere in media circa tre punti percentuali all’anno al rendimento di un portafoglio rispetto alla gestione autonoma. Questo “plus” non nasce da scommesse fortunate ma da quattro ingredienti ricorrenti:
1 Disciplina nei momenti critici.
L’aiuto a non cedere all’impulso di vendere nei ribassi o comprare nei picchi riduce gli errori più costosi.
2 Controllo dei costi e delle imposte.
La selezione di strumenti efficienti e l’uso intelligente delle regole fiscali sostengono il rendimento netto.
3 Ribilanciamenti metodici.
Piccoli aggiustamenti periodici mantengono l’asset allocation allineata agli obiettivi riducendo il rischio di concentrazione.
4 Pianificazione coerente con i progetti di vita.
Il patrimonio viene raccordato — in modo comprensibile — a obiettivi concreti: studi dei figli, pensione futura, protezione della famiglia.
L’elemento decisivo è la trasparenza dei costi calibrati sul valore del servizio. L’allineamento degli interessi è più forte quando la remunerazione non dipende dalla vendita di prodotti ma dal rapporto fiduciario.
Dai risparmi al capitale in crescita
Il contesto italiano non impone di rinunciare alla prudenza, bensì di riorganizzarla: definire quanta liquidità serve davvero, destinare il resto a un portafoglio multi-asset ben diversificato, controllare le spese invisibili, usare in modo consapevole gli strumenti fiscali disponibili.
Su questo percorso una consulenza chiara e verificabile agisce come cerniera tra la forte propensione a risparmiare e la necessità di far lavorare quel risparmio.
Così il denaro non resta più ancorato alla banchina: prende il largo con rotta definita, rischi misurati e, soprattutto, una maggiore consapevolezza di chi lo possiede.
Cresce il patrimonio, ma cresce anche la cultura finanziaria: un doppio risultato che avvicina il Paese alle economie dove il capitale privato ha già imparato da tempo a navigare.
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